Migranti, “Assurdo fermare i soccorsi in mare per paura del virus. Non c’è motivo di aver paura”

Sia in occasione del salvataggio di migranti operato dalla Sea watch che di quello, più recente, effettuato dalla Ocean Viking , si sono scatenate molte polemiche dovute al terrore del contagio da Covid 19.

Pubblichiamo a questo proposito l’intervista rilasciata da Claudia Lodesani, presidente di Msf Italia, ad Alessandra Ziniti, giornalista di Repubblica, il 26 Giugno.

“Eppure la pandemia dovrebbe averci insegnato qualcosa di molto importante. Ad esempio che il diritto alla salute è di tutti. E dunque anche di chi, come i migranti, scappa da paesi dove l’accesso alle cure è impossibile. Se non fossero arrivati in Europa, probabilmente, queste persone contagiate di coronavirus sarebbero morte”.

Claudia Lodesani, presidente di Msf Italia, è indignata dalle polemiche provocate dai 28 casi di positività tra i migranti soccorsi la scorsa settimana in mare dalla Sea Watch e adesso a bordo della nave quarantena Moby Zaza in rada a Porto Empedocle.

Lodesani, i 28 contagi hanno fatto da detonatore alla paura di chi teme che i migranti portino il virus soprattutto in zone come la Sicilia che ne sono rimaste quasi esenti.
“Paura del tutto ingiustificata. Ci sono dei protocolli sanitari appositi e quello che è successo dimostra che le persone sono state gestite bene, monitorate, e hanno seguito un percorso sanitario in tutta sicurezza. Non c’è alcun allarme sociale. Di altri focolai in queste settimane ce ne sono stati diversi anche in Italia e sono stati tutti egualmente tenuti sotto controllo”.

Gli sbarchi sono in aumento e, come tutte le estati, è facile prevedere che andremo incontro a migliaia di arrivi non sempre controllabili. E dall’altra parte del Mediterraneo i contagi dilagano.
“Queste persone scappano da paesi in guerra, dalla Libia, dove non c’è alcun accesso alle cure. Dovremmo ribaltare la narrazione di quanto sta avvenendo in questi giorni. E’ assurdo pensare di non soccorrere le persone perchè possono portare il virus. In Libia probabilmente ne sarebbero morti. La pandemia dovrebbe averci insegnato qualcosa”.

E che cosa?
“Tanto per cominciare che il diritto alla salute è di tutti. E poi la solidarietà di cui l’Italia è stata protagonista questa volta come soggetto passivo. Sono arrivati team medici da tutti il mondo nei mesi della pandemia per aiutare i nostri medici a curare gli italiani, dalla Cina a Cuba. E adesso tocca a noi, come abbiamo sempre fatto, essere solidali con chi ha diritto a essere curato”.

Msf quest’estate non partecipa alle missioni nel Mediterraneo. Come mai?
“Solo una questione di tempi tecnici e di impegni sul terreno. Il Covid sta impegnando i nostri team su molteplici fronti e quando Sos Mediterranée, con cui abbiamo collaborato nelle scorse stagioni, ha deciso di ripartire non abbiamo potuto condividere i tempi del progetto. La Ocean Viking è ripartita da qualche giorno da Marsiglia per la zona Sar e io auguro a tutta l’equipe di salvare più vite umane possibili. E’ questa la vera emergenza a cui occorre dare risposta”