I sommersi dell’accoglienza

Vogliamo oggi approfondire il tema delle conseguenze provocate dai decreti sicurezza sul sistema di accoglienza dei migranti, con alcuni stralci di un documento di Amnesty International.

“L’Italia vive una fase di radicale trasformazione dei suoi sistemi di accoglienza e di inclusione dedicati ai richiedenti asilo e ai beneficiari di protezione internazionale, che si manifesta nell’irrigidimento delle procedure di accoglienza, nella cancellazione della protezione umanitaria e nei tagli ai finanziamenti che influiscono drasticamente sulla possibilità di creare percorsi virtuosi di accoglienza.

I decreti sicurezza hanno peggiorato il sistema di accoglienza in Italia e stanno generando ghettizzazione e povertà, sia economica sia sociale. Una situazione da non sottovalutare perché sta provocando l’aumento di vittime dello sfruttamento lavorativo e delle attività criminali, come dimostrano i processi aperti.

Le nuove misure, che escludono i richiedenti asilo dal sistema dell’accoglienza e aboliscono la protezione umanitaria, oltre a complicare i processi di inclusione privano molte persone di uno status legale, favorendo di fatto la creazione di un contesto in cui diminuiscono le tutele e aumenta il rischio di marginalità sociale ed economica.

Con il taglio dei finanziamenti per i piccoli e i grandi centri dedicati alla prima accoglienza, i servizi per l’inclusione non rientrano più tra le spese sostenibili. I nuovi bandi, infatti, non prevedono più la necessità di garantire l’insegnamento della lingua italiana, il supporto alla preparazione per l’audizione in Commissione Territoriale per la richiesta di asilo, la formazione professionale e la positiva gestione del tempo libero.

Con lo stesso provvedimento l’assistenza sanitaria alla persona viene
fortemente ridimensionata, con un crollo delle prestazioni minime richieste e del personale deputato al loro svolgimento. I Centri di accoglienza collettiva subiscono un taglio dei finanziamenti pro die pro capite fino al 28 per cento, da 35 euro a 25,25 euro per le strutture in grado di accogliere tra i 51 e i 300 richiedenti asilo, mentre ancora più penalizzata risulta l’accoglienza diffusa con tagli fino al 39 per cento.

Le misure previste hanno un impatto devastante sulla vita delle persone presenti sul territorio italiano, togliendo loro un’identità, trasformandole in fantasmi, privandole di alloggio o di cure mediche. Oltre a non rappresentare la soluzione di alcun problema sono semplicemente
disumane: sono necessarie modifiche sostanziali del decreto che riconoscano il diritto a una vita dignitosa e all’esercizio reale dei diritti fondamentali garantiti dai principi costituzionali e internazionali.

Sulla base di questa analisi che rivela le criticità del sistema italiano, Amnesty International ritiene che vadano applicate modifiche urgenti alla normativa vigente in materia di protezione internazionale e immigrazione e chiede al governo di:

  • “assicurare a tutte le persone che entrano in Italia l’esercizio reale del diritto fondamentale a chiedere protezione ed accoglienza;
  • adottare misure per impedire ai beneficiari di protezione umanitaria di perdere il proprio status per evitare che precipitino in condizioni di marginalità e sfruttamento e divenire così preda di organizzazioni criminali. Allo stesso tempo si deve garantire la regolarizzazione per coloro che sono finiti in condizioni di illegalità per via degli effetti del cosiddetto Decreto sicurezza;
  • consentire la registrazione anagrafica anche ai richiedenti asilo. Una misura determinante per garantire i diritti umani dei migranti;
  • ristabilire servizi professionali nell’ambito del processo di accoglienza allo scopo di fornire percorsi di inclusione sociale ed economica reali e qualificati a tutti i richiedenti asilo e beneficiari.”

Si ribadisce infine “la necessità di un sistema di accoglienza ragionato e che non sia solo dettato da una politica orientata a bloccare donne, bambini e uomini che scappano da guerre, terrorismo e persecuzioni e che pone barriere di carattere amministrativo e legislativo che violano i diritti umani.”

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