Il comandante e il capo missione dell’Organizzazione non governativa Open Arms dopo il soccorso di 216 migranti al largo della Libia erano stati sottoposti nel 2018 ad indagine per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina.
Già dall’anno precedente il Procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, aveva pubblicamente avanzato l’ipotesi che le ONG si comportassero come “taxi del mare”, ipotesi confermata dall’indagine su Open Arms.
Il procuratore aveva ricevuto tutto il sostegno possibile dal Movimento 5 Stelle, anzi la definizione “taxi del mare” era stata coniata dallo stesso Di Maio.
A marzo 2019 era stato disposto il sequestro della nave di Open Arms con la motivazione che «L’obiettivo primario era salvare migranti e portarli in Italia, senza rispettare le norme, anzi violandole scientemente».
Si contestava inoltre il fatto che la ONG si era rifiutata di consegnare i profughi salvati alla guardia costiera libica e che non aveva tentato un approdo a Malta.
Lo sviluppo delle indagini non ha dato riscontri per un eventuale processo penale e a metà maggio il gip di Catania ha archiviato tutte le accuse in quanto non è stata accertata nessuna collusione tra scafisti e Open Arms, per la quale sono cadute le accuse di essere un’associazione per delinquere.
Lo stesso procuratore Zuccaro aveva chiesto, poche ore prima della decisione del gip, di archiviare l’inchiesta.
Questa decisione riabilita Open Arms ma il danno di immagine che è stato provocato all’organizzazione e a tutte le altre ONG è stato enorme.
Il clima di sfiducia che si è venuto a creare nei loro confronti è stato molto grave e ha portato anche ad un calo delle donazioni liberali che si ripercuoterà negli anni.
Per il comandante e il capo missione resta un altro filone di inchiesta aperto dalla Procura di Ragusa, sempre per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata.
La violenza sarebbe stata contro il Ministero degli Interni in quanto il capo del Dipartimento delle Libertà Civili e dell’Immigrazione «sarebbe stato costretto a concedere l’approdo in un porto italiano dopo la mancata richiesta alle autorità maltesi ».
Accusa giudicata alquanto “fantasiosa” dall’avvocato di Open Arms che aggiunge che “La legge internazionale impone il salvataggio e i giudici italiani non possono non dar ragione a chi la rispetta e non si nasconde dietro l’immunità parlamentare“.
In conclusione, nonostante il Ministro dell’interno continui a dire che i porti italiani sono chiusi e non si riapriranno, in realtà non è e non può essere così: Mediterranea e Open Arms continueranno a fare salvataggi e difficilmente gli si potrà impedire di sbarcare nei porti italiani.