Ciao, “Fratello” razzista

Foto per gentile concessione di Nawal Soufi

Pubblichiamo oggi una lettera molto forte, a tratti scioccante, scritta 3 anni fa, ma ancora oggi incredibilmente attuale, da Nawal Soufi, una ragazza nata in Marocco nel 1988 e giunta in Italia con i genitori quando aveva solo un mese.

A quattordici anni ha iniziato ad aiutare e assistere gli immigrati marocchini e i senzatetto italiani.  Nel 2012 ha guidato un convoglio umanitario in Siria che ha soccorso circa 800 famiglie e ha sostenuto e aiutato coloro che cercavano di rifugiarsi in Italia. Da anni segue i fronti più caldi delle rotte migratorie, testimoniando abusi e offrendo aiuti concreti.

Nel 2016 ha ricevuto dalla UE il Premio del cittadino europeo1 e nel 2017 ha vinto il premio Arab Hope Makers2 come la persona che più di ogni altra ha inciso positivamente nel migliorare le condizioni di vita di chi deve scappare da guerre, terrorismi e persecuzioni.

Una donna inarrestabile che non ha timore a dare il proprio contributo per un mondo migliore e più equo. Non a caso il suo nome in arabo significa “dono”!

Nella lettera si rivolge a coloro che reputano del tutto legittimo riportare in Libia i migranti scappati da quell’inferno e successivamente intercettati nel Mediterraneo, spiegando loro perché molti preferiscano morire piuttosto che rivivere gli orrori già subiti.

Ripetiamo, la lettera è molto “forte”: la pubblichiamo senza alcuna intenzione di ferire gratuitamente la sensibilità di nessuno ma affinché tutti prendiamo coscienza delle nefandezze di cui sono vittime i migranti in Libia.

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1. Il Premio del cittadino europeo riconosce le iniziative che contribuiscono alla cooperazione europea e alla promozione di valori comuni.
Il Premio viene assegnato a cittadini, gruppi, associazioni o organizzazioni per progetti da essi realizzati e grazie ai quali hanno conseguito risultati eccezionali e/o si sono distinti per l’impegno nei seguenti settori:
• attività che promuovono una migliore comprensione reciproca e una maggiore integrazione tra le popolazioni degli Stati membri o che agevolano la cooperazione transfrontaliera o transnazionale nell’Unione europea;
• attività che comportano una cooperazione culturale transfrontaliera o transnazionale a lungo termine che contribuisce a rafforzare lo spirito europeo;
• progetti connessi all’Anno europeo in corso;
• attività che traducono in pratica i valori sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

2. L’iniziativa Arab Hope Makers onora le persone e le istituzioni che perseguono un obiettivo umanitario. L’Arab Hope Maker deve avere un progetto, un programma, una campagna o un’iniziativa che sia creativa e influente e che contribuisca a migliorare la vita degli altri.
L’Arab Hope Maker può anche alleviare la sofferenza di un particolare gruppo sociale, sviluppare un ambiente sociale, economico, culturale o educativo, oppure contribuire a risolvere qualsiasi sfida affrontata dalla sua comunità, sotto forma di volontariato e senza scopo di lucro, senza alcun profitto o beneficio materiale.


Ciao “fratello” razzista. Vuoi sapere perché i migranti non vogliono essere riportati in Libia?

Ok.

Ti risponderò con delle domande.

Ti è mai capitato di violentare tua madre perché qualcuno ha il fucile puntato contro di te e contro di lei?

Ti è mai capitato di violentare tua sorella e di vedere nascere tuo figlio dalla pancia di tua sorella?

Sai quanti figli di scafisti abbiamo in Europa?

Cioè sai quante donne hanno partorito al loro arrivo dei bambini non voluti?

Sai cosa significa mangiare un pezzo di pane in 24 ore e vedere un pezzo di formaggino come fosse oro?

Ti è mai capitato di fare i tuoi bisogni dentro un secchio e davanti agli occhi di centinaia di persone?

Ti è mai capitato di avere le mestruazioni e non poterti lavare per settimane o mesi?

Ti è mai capitato di essere messo all’asta e venduto come uno schiavo nel 2019?

Ti è mai capitato di nutrire tuo figlio con the zuccherato e spacciarlo per latte?

Ti è mai capitato di essere picchiato a sangue perché chiedi l’intervento di un medico?

Ti è mai capitato d’essere fucilato per colpa di uno sguardo di troppo?

Ti è mai capitato di svegliarti con le urine versate in faccia?

Ti è capitato che qualcuno ti aprisse il corpo con un coltello e mettesse subito dopo del sale per sentire maggiormente le tue urla?

Per tutti questi motivi…caro razzista…ti posso classificare tra i criminali che hanno accettato un secondo Olocausto

Nawal Soufi