Una sentenza storica

Alla fine di Agosto, grazie ad una sentenza “di portata storica”, come l’ha definita Amnesty International, sono rientrati in Italia 5 migranti che erano stati respinti nel 2009. Si tratta di un provvedimento che potrebbe avere importanti ripercussioni sulle politiche in tema di in immigrazione.

Ma cerchiamo di capire cosa è accaduto. Nel novembre del 2019 il tribunale civile di Roma ha ordinato il rilascio di un visto di ingresso in Italia, per poter accedere alla procedura di richiesta di asilo, per 14 profughi eritrei respinti nel 2009 e ha imposto al governo il risarcimento dei danni materiali causati da quel respingimento.

Nel novembre 2009, quando era presidente del Consiglio Berlusconi e Ministro dell’Interno Maroni, dalle coste libiche partono 89 persone in fuga da paesi in cui la violazione dei diritti umani è prassi quotidiana. Dopo poche ore dalla partenza i trafficanti che hanno organizzato il viaggio abbandonano il gommone affidandoli ai profughi. Dopo tre giorni il motore va in avaria, mentre l’acqua inizia a scarseggiare e le condizioni igieniche peggiorano sempre più.

Dopo alcune ore dal lancio dello SOS arrivano alcune motovedette, su cui è presente anche personale della Guardia di Finanza, e una nave della Marina Militare il cui equipaggio assicura i naufraghi che presto sbarcheranno in Italia. Eppure all’alba del giorno dopo l’imbarcazione sta ormai per raggiungere nuovamente le coste libiche.

Cosa è accaduto? E’ accaduto che, violando ogni norma internazionale, le 89 persone sono state riconsegnate, ammanettate, alle autorità libiche senza che venisse loro consegnato un provvedimento di respingimento e senza permettergli di esprimere la propria volontà di richiedere asilo in Italia.

A parte le poche persone che hanno bisogno di cure mediche, tutte le altre vengono riportate nei centri di detenzione.

Dopo alcuni mesi alcuni di loro ritentano la traversata: c’è chi riesce ad arrivare in Italia, chi muore durante il viaggio. In sedici, invece, decidono di arrivare in Europa via terra. Giunti in Israele, rimangono bloccati lì senza che gli venga riconosciuto il diritto di richiedere l’asilo Quando Amnesty Internationale e l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) vengono a sapere di loro e riescono a rintracciarli, decidono di promuovono un’azione legale presso il Tribunale civile di Roma nei confronti della presidenza del Consiglio e dei ministeri degli Affari esteri, della Difesa e dell’Interno.

Grazie a questa azione legale, il 30 agosto scorso le prime 5 persone del gruppo sono finalmente arrivate in Italia, accolte dai rappresentanti di Asgi e Amnesty international. “La portata storica della sentenza è evidente. – dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international Italia – Il dispositivo stabilisce che hanno titolo a chiedere asilo anche persone che non sono sul territorio italiano. Ciò comporta un’enorme espansione nel campo di applicazione della protezione internazionale».

“Le autorità italiane, insomma, hanno commesso un fatto illecito e se questo è vero, sulla base della sentenza, in teoria, tutti coloro che sono stati vittime di respingimenti devono poter usufruire di queste disposizioni”. Per quanto riguarda gli altri ricorrenti, ogni situazione verrà valutata singolarmente. Nel frattempo Asgi, sostenuta da Amnesty, continuerà ad offrire loro il supporto legale necessario. Non possiamo che rallegrarci di quanto è accaduto e sperare che, ogni tanto, una buona notizia sul fronte dell’immigrazione continui ad arrivare!!

Fonti: Avvenire del 29 Agosto