Il 12 novembre è stata presentata nella sala stampa della Camera dei Deputati, nell’ambito della discussione sulla manovra economica, la proposta di legge di iniziativa popolare della campagna “Ero straniero- L’umanità che fa bene”.
Le associazioni e i movimenti che si sono impegnate nel 2017 nella raccolta delle firme sono molte, tra cui Acli, Arci, Asgi, Legambiente e Radicali italiani. La proposta di legge intende modificare la Bossi-Fini, prevedendo:
-l’introduzione di canali di ingresso per motivi di lavoro che vadano incontro alle effettive richieste di imprese e famiglie
-la regolarizzazione degli stranieri presenti da tempo sul territorio italiano, che non hanno però i documenti per essere assunti con un regolare contratto di lavoro.
Secondo la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) gli immigrati irregolari in Italia sono circa 530mila ma potrebbero diventare 670mila entro il 2020. La loro regolarizzazione potrebbe far crescere le entrate fiscali di un miliardo di euro ogni anno.
Si tratta pertanto di una legge che, se fosse approvata, andrebbe certo a favore dei tanti migranti costretti finora a vivere nell’ombra e a lavorare “al nero” ma che porterebbe anche un grande vantaggio “alle nostre tasche”.
Scopo della proposta di legge, dal titolo”Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”, è, come si è detto, la modifica dell’attuale Testo Unico sull’Immigrazione e, secondo i promotori, “comporterebbe benefici evidenti in termini di entrate per lo Stato, contrasto all’evasione e sicurezza nei territori”; in pratica si tratterebbe di “un’operazione di legalità“.
Entrando più nello specifico vediamo che si compone di 8 articoli che prevedono:
- l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione e per l’attività di intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari
- la reintroduzione del sistema dello sponsor, già previsto dalla legge Turco-Napolitano e poi abolito dalla Bossi-Fini, ovvero della garanzia, offerta da privati o da associazioni, relativamente all’alloggio, al sostentamento ed all’assistenza sanitaria degli stranieri in cerca di occupazione
- la regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”
- l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo
- l’abolizione del reato di clandestinità
Si tratterebbe di un grande passo in avanti rispetto all’attuale normativa che prevede che, per entrare in Italia per motivi economici, occorre essere già in possesso di un contratto di lavoro.
Normativa che condanna i migranti alla clandestinità e non soddisfa il bisogno di manodopera di tante aziende che non riescono a trovare in Italia le figure professionali di cui hanno bisogno e che certo non possono fare un contratto di lavoro a degli sconosciuti.
A breve dovrebbero riprendere le audizioni nella Commissione Affari Costituzionali, come ha annunciato il suo Presidente, Giuseppe Brescia, il quale ci ha tenuto a precisare che “Sono tanti a sostenere che il decreto flussi annuale non garantisce più i fabbisogni del mercato del lavoro. Lo dimostrano i dati: a inizio luglio erano più di 44mila le richieste di lavoratori stagionali a fronte di 18mila ingressi autorizzati“.
Dal canto loro i promotori della Campagna “Ero straniero” hanno lanciato un appello ai cittadini, alle forze della società civile e ai rappresentanti politici di tutti i livelli che hanno firmato la proposta di legge di iniziativa popolare a far sentire ancora più forte in questo momento il loro sostegno alla campagna, affinché dentro e fuori il Parlamento si colga l’occasione per discutere e introdurre politiche migratorie più vicine ai bisogni attuali del Paese e più efficaci.
Come afferma don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della Carità, tra i promotori della campagna: “La proposta di legge di Ero Straniero vuole affrontare il fenomeno migratorio per governarlo e non per lasciarlo in balia delle contrapposizioni ideologiche, che servono a poco. Secondo noi, serve a far passare un concetto cardine, e cioè che solidarietà, ospitalità e accoglienza producono coesione sociale”.
E aggiunge: “È notizia di oggi delle migliaia di persone (oltre 3.500 nel solo 2019) che, in virtù del regolamento di Dublino, dai Paesi dell’Unione Europea vengono rimandate in Italia e che rischiano di diventare ‘fantasmi’ senza diritti e di andare ad allargare le fila di chi vive in condizioni di marginalità ed esclusione sociale, con il possibile rischio di diventare facili prede di sfruttamento, lavoro nero e delinquenza. Per questo è urgente lavorare sui temi della regolarizzazione e dell’inclusione, come fa la proposta di Ero Straniero”.