Scopriamo il Perù: Los Curanderos

Maria Chiara ci parla dei “curanderos”, tra le figure più discusse della tradizione peruviana.

“Con il termine Curanderos, nella cultura latino-americana, si indicano delle figure preposte alla guarigione e alla cura di anima e corpo, derivate dal ruolo che lo sciamano rivestiva nelle culture precolombiane.

Noi Occidentali siamo davvero ridicoli: deridiamo i rituali sciamanici di culture diverse dalle nostre, ma i nostri invece vanno bene. Perché è vero, una religione è soprattutto regole che chi impone ha la presunzione diderivare da una divinità, più strutturata rispetto ai meccanismi di identificazione ed esorcizzazione dello sciamanesimo puro, ma è anche vero che, senza quella divinità di fondo, senza quel complesso di idee personificate in un dio che ci toglie o ci dà potenza,quelle regole non potrebbero essere imposte. E quindi sì, tutta la complessa morale cattolica, ebraica o musulmana basa la sua legittimazione in quei riti magici (nel senso greco di magheia, ovvero di gesti che legano la loro simbologia ad una pretesa influenza sulla realtà) che costituiscono il nucleo sciamanico delle religioni rivelate. Quindi l’atteggiamento di sostanziale disprezzo verso questa cultura dimostra solo un’ignoranza della propria. Non fregiandosi della funzione ‘’legislativa’’, nel senso di un’imposizione in senso etico, della religione propriamente detta, lo sciamanesimo ha un’importanza taumaturgica, di guarigione, di controllo su forze che, soprattutto in passato, erano misteriose e sfuggenti, come le malattie o i fenomeni naturali, ed è questo il principale bisogno che si soddisfa con la spiritualità e l’invenzione di una divinità, e non sorprende affatto che questa percezione sia trasversale a quasi tutte le culture del mondo, tanto da tradursi spesso in una ritualità molto simile. Basti pensare al ‘’malocchio’’ e alle variegate invenzioni per scacciarlo, che permeano la pratica popolare della religione cattolica, trasfigurando la dottrina canonica. Ecco il malocchio non è altro che il ‘’sacar el susto’’, ovvero ‘’togliere lo spavento’’, dei Curanderos andini e sudamericani: quando una cosa ci fa paura è perché ci minaccia, è una sublimazione di situazioni naturali che finirebbero con la nostra morte o un danneggiamento fisico, ad opera di un rivale o di un predatore. Nel malocchio, il rivale non è altro che chi lo lancia, e il predatore è la maledizione stessa, la cosa minacciosa che ci danneggia, di cui il rivale, simile a noi per forza, si serve per indebolirci. Ecco, la paura è questo, è essere costretti ad accettare una nostra debolezza di fronte a qualcosa che può farci del male, e i riti antimalocchio o il ‘’sacar el susto’’ non servono ad altro che ad esorcizzare questa debolezza e la paura che ne deriva, aiutarci ad affrontare questo limite e quindi, letteralmente, ‘’toglierci lo spavento’’. Infatti, molta dei gesti per ‘’sacar el susto’’ servono ad accettare una situazione problematica, a dirle ‘’non mi fai paura’’, ad eliminare il trauma, il blocco che ne potrebbe derivare. In questo, è particolarmente utile la testimonianza di Aurora Perego, una collaboratrice del Comedor, che, nella sua esperienza in Perù presso la scuola che l’associazione ha lì aperto è venuta in contatto proprio con la cultura curandera: a seguito di una caduta in moto, infatti, le è stato consigliato da una signora di tornare sul posto e mangiare una zolla di terra, proprio per mandare il messaggio a se stessa di ‘’posso accettare ed includere dentro di me questo incidente, non mi fa paura’’; Aurora ha inoltre contratto, durante il viaggio, la polmonite, da cui non riusciva a guarire per un’errata diagnosi di bronchite, e una ragazza del posto le ha proposto un rito: passarle un uovo sul corpo, per capire dove fosse il problema. Ha dell’incredibile il fatto che Aurora sentisse l’uovo più caldo sui polmoni, e deve averlo percepito anche la sua amica, perché ha dato ad Aurora un effettivo riscontro.

Tuttavia, urge chiarire una cosa: queste pratichepotrebbero avere una spiegazione scientifica, ma questa deve derivare da studi approfonditi ed essere corroborata da prove incontrovertibili. La recente follia no-vax e la generale sfiducia verso la scienza, in favore di queste pratiche, altro non è che una deriva dello sciamassimo in senso stretto come ho spiegato sopra, che serve solo a darci l’illusione di un maggiore controllo sulla nostra salute, che include però una spiegazione pseudo scientifica, piuttosto che l’assenso di una divinità, perché adesso è la scienza che dà legittimità a qualcosa, non la volontà di Dio. Anche nelle questioni etiche, cerchiamo di discernere il giusto oggettivo, ci approcciamo con metodo scientifico, e questo è bene: l’importante, però, è che sia VERA scienza, sociale o medica, una VERA analisi della realtà, non pseudo-verità confortanti. In altre parole: è giusto trarre giovamento psichico da questi riti, hanno un effettivo valore taumaturgico e sono nati apposta per potenziarci contro un dolore, ma tenendo a mente che questa ‘’guarigione’’ rimane psichica, che non ha potenza effettiva sui meccanismi del nostro corpo, per i quali l’unica cosa possibile è affidarci d un esperto.”

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