L’esperienza di Aurora, volontaria della scuola di italiano El Comedor

Mi chiamo Aurora e sono una volontaria della scuola di italiano per migranti dell’associazione El Comedor Estudiantil Giordano Liva ONLUS di Pisa. La mia esperienza di volontariato è iniziata nel 2011, quando ero una giovane studentessa fuorisede arrivata a Pisa con grandi sogni e tanta voglia di mettermi in gioco.

 Da allora fino ad oggi, la scuola di italiano è stata per un me molto più di un luogo, molto più di un’attività, ed anche molto più di qualche ora spesa ad ‘aiutare’ il prossimo: la scuola è stata un’esperienza che mi ha cambiato, e continua a farlo, la prospettiva. La scuola, infatti, permette a ‘studenti’ e ‘volontari’ di condividere momenti di gioia e divertimento, nonché sforzi e progressi, decostruendo poco a poco quelle differenze che spesso crediamo insormontabili. Grazie a tale scambio continuo e reciproco, ai nostri occhi gli e le ‘studenti’ non sono altro che persone con un vissuto in grado di insegnare a noi, i cosiddetti ‘insegnanti’, molto più di quanto noi non possiamo dare a loro in termini di competenze linguistiche. Ci insegnano a non giudicare, a non dare per scontato che le nostre siano ‘verità’ assolute, a capire nel profondo che la diversità è una delle più grandi ricchezze al mondo. Noi, dal canto nostro, ci mettiamo a loro disposizione facilitando il loro apprendimento di una lingua complicata come l’italiano, nonché la conoscenza dei valori culturali ad essa connessi. Ciò avviene, formalmente, ogni martedì e giovedì dalle 19 alle 20.30 (presso la scuola di Via Derna, 13), in uno spazio che dedichiamo allo studio ed all’interazione attraverso il gioco, il confronto ed il dialogo. Tuttavia, la scuola per me non si limita a quelle tre ore settimanali ed al tempo impiegato nella preparazione dei materiali; al contrario, la scuola è fatta di tutti i sorrisi, di quei saluti scambiati per strada, dei caffè presi di corsa tra un lavoro ed un altro, della sera in cui ci si vede in piazza e ci si racconta della propria giornata. La scuola, in altre parole, la facciamo noi, volontari e ‘studenti’, attraverso le nostre interazioni e la nostra capacità di includere gli altri nelle nostre vite.

 

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