La tratta di stato di esseri umani

Nel mese di maggio è stato presentato, in una conferenza stampa tenutasi al Senato, il rapporto Strade di umanità – Accoglienza e giustizia per i testimoni della tratta di Stato tra Tunisia e Libia, redatto da un gruppo di ricercatori internazionali, con il supporto tecnico di Asgi, Border Forensics e OnBorders.

In questo dossier si denuncia la deportazione di migranti verso il confine libico e la loro successiva vendita da parte della Tunisia a diverse milizie libiche in cambio di merci di vario tipo. Scambio che vede il coinvolgimento diretto delle autorità statali. Ora, come ben si sa, l’Italia finanzia lautamente il governo tunisino e quindi questa operazione di compra-vendita è indirettamente finanziata con i soldi di noi contribuenti italiani. 

È infatti la Guardia Nazionale tunisina che vende persone ai militari libici: quindi non dei criminali, non dei mafiosi ma direttamente degli apparati di Stato.

Alcuni testimoni sono riusciti a fuggire e ad arrivare in Italia ed erano presenti alla conferenza stampa. Le loro testimonianze sono agghiaccianti:

«Dopo essere stati catturati in mare, ci hanno riportati a terra e da lì deportati nel deserto, dove siamo stati chiusi in una gabbia per 21 giorni. […] Ci davano acqua salata e pezzi di formaggio. I malati venivano abbandonati. Ci hanno venduto alla frontiera per un bidone di carburante. […] In prigione, le donne si prostituivano per pagarsi la libertà».

E non si tratta di singoli casi isolati, questa sembra essere una prassi abituale.

Da parte delle associazioni presenti, che hanno contribuito alla redazione del dossier, è stata sottolineata la necessità di proteggere, attraverso l’attivazione urgente di corridoi umanitari, tutti coloro che hanno reso possibile la sua elaborazione.

Vanno protetti in quanto vittime ma anche in quanto difensori dei diritti umani e del nostro “stato di diritto”. Senza la loro rischiosa testimonianza queste gravi violazioni non sarebbero infatti mai venute alla luce.