Il viaggio di Claudia e Nevio in Perù

Claudia e Nevio hanno passato qualche giorno a Caracoto, a settembre 2017, alloggiando presso la foresteria del Comedor come tappa del loro viaggio di nozze. Dopo aver conosciuto l’associazione ed esserne diventati soci, dal 2016 sono Sostenitori a Distanza. Grazie a questo viaggio hanno conosciuto di persona i bambini da loro sostenuti. Ecco la loro testimonianza!

Amore a Prima vista

Al da là delle generali conoscenze geografiche che tutti hanno dai tempi della scuola, ho sentito parlare per la prima volta del Perù dalla mia amica e allora coinquilina Francesca. “Domani sera fai un salto a Solidarista! È la festa annuale del Comedor! Ci saranno interventi, musica, bancarelle di artigianato e associazioni!” mi disse, e attirò la mia attenzione. Conobbi così il Comedor Estudiantil “Giordano Liva”, la sua storia, la sua missione, Antonella e … il Perù! Fu amore a prima vista!

Iniziai a sostenere e a partecipare alle iniziative dell’associazione e decisi, anzi decidemmo -io e Nevio- di partecipare al programma di SAD, per sentirci più utili, più vicini ai bambini coinvolti nel progetto. L’anno scorso, poi, ero lì lì per partire per un mese di volontariato. Avevo deciso: volevo vedere quei bambini, conoscere le loro storie, conoscere Padre Luis e gli altri volontari e collaboratori del progetto; volevo contribuire attivamente alla realizzazione delle attività di cui avevo tanto sentito parlare, visto foto, ammirato gli intenti. Una email, la convocazione a scuola e, ahimè, non sono più potuta partire.

Quest’anno una grande novità: tra le tante cose, belle e meno belle che mi sono successe, c’è stato anche il mio, nostro -mio e di Nevio- matrimonio e il famoso, fatidico, tradizionale viaggio di nozze. Dove si va? Che tipo di viaggio? Relax? Avventura? Cultura? Europa? Asia? Africa? A M E R I C A? Sì, però Latina! Andiamo in Perù! -La mia proposta!- Andiamo a vedere il progetto, a conoscere i bambini e tutti quanti! E così siamo partiti! Francesca, Antonella, Padre Luis ci hanno dato preziosissimi consigli e più parlavamo e scrivevamo del Perù, delle sue città, delle strade, dei luoghi da visitare, dei mezzi da prendere, degli hotel in cui sostare, più immaginavo tutto, mi vedevo là, in posti e con persone sconosciute e da scoprire! Poi il giorno della partenza è arrivato e dopo un lungo volo -non ero mai andata così lontano!- ci siamo ritrovati a Lima, e la scoperta è iniziata.

Difficile rendere con le parole le sensazioni che ho provato nel vedere una realtà a tratti molto simile alla nostra, europea, e a tratti così diversa. La parola che mi viene in mente è sicuramente “contrasto”: il contrasto tra la metropoli di Lima, il suo traffico, i grattacieli, il suono incessante del clacson e le case in adobe con i tetti in paglia o lamiera delle periferie e dei paesi. Contrasto tra le facciate dipinte e i lati delle case con i mattoni a vista. Contrasto tra il caldo del giorno e il freddo della notte. Contrasto tra le Ande e il deserto. Contrasto tra le strade asfaltate e quelle fangose. Contrasto tra il moderno e l’antico. Ma è un contrasto bello, affascinante, interessante e soprattutto impregnato di storia e tradizione. È un contrasto che crea armonia e un’identità unica. Il Perù è spagnolo, inca e pre-incaico, cattolico e animista, figurativo e scultoreo. È gentile e aperto all’accoglienza dello straniero, ma è anche fiero e orgoglioso della sua storia e delle due usanze.

La consapevolezza del suo passato e l’attesa del futuro la si legge negli occhi dei bimbi. Ci hanno chiesto di noi, se ci sia piaciuto il Perù, cosa abbiamo visto, da dove veniamo, chi siamo, cosa facciamo. Hanno puntato i loro occhietti vispi e fieri nei nostri e ci hanno accolti e scrutati. In quei momenti ho capito davvero di cosa hanno bisogno quei bimbi -ma non solo loro, tutti i bambini: tanto affetto e impegno per la loro crescita, istruzione, formazione. Noi eravamo lì “in visita”, ma quanto sarebbe stato bello e utile, per noi e per loro, se avessimo avuto la possibilità di restare lì per un bel periodo di tempo, di giocare e lavorare con loro tutti i giorni, di crescere con loro!

Gli insegnanti, i volontari, le cuoche, Padre Luis, Antonella e Guglielmo e tutti coloro che collaborano al progetto, in loco e da lontano, svolgono davvero un gran lavoro nel permettere ai bambini e alle famiglie di Caracoto e Juliaca di avere un sostegno così importante nell’istruzione e nell’alimentazione! Da un po’ di giorni, poi, sono iniziati i lavori per la costruzione di un’altra aula, nella scuola di Juliaca! Una famiglia ha fatto una cospicua donazione e sta permettendo la realizzazione di questo importante progetto. È fondamentale, infatti, affiancare all’aspetto formativo-nutritivo anche l’ampliamento materiale degli spazi necessari per le classi, in aumento. La notizia della nuova aula mi ha colmata di gioia e mi ha fatto capire l’importanza Delle nostre azioni e dei nostri contributi.

La nostra esperienza non é stata di volontariato, non abbiamo trascorso del tempo al progetto a Caracoto e Juliaca, non abbiamo “fatto” qualcosa. Però abbiamo “visto” la realtà, direi quasi toccato con mano, ci siamo resi conto di ciò che il progetto ha realizzato e mira a realizzare e di ciò che tutti noi possiamo fare per contribuire, in loco e a distanza, con azioni, parole, idee.La nostra esperienza mi ha avvicinata a un mondo, a delle persone, a dei valori e mi ha insegnato che POSSIAMO FARE TANTO, SE LO VOGLIAMO!

Claudia

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